Sofia Raffagnato
Fanny Grunt

Autrice: Franca Canitella
Editore: Planet Book
Genere: Romanzo esistenziale
Lunghezza stampa: 132 pagine.
Recensione
Franca mi ha raccontato sin da subito la spontaneità con cui sono nati i suoi romanzi, serve forse sforzo per fare qualcosa di così naturale come mettere pensieri sulla carta? Nulla di programmato o sforzato. Nessun blocco dello scrittore. Tutto inizia dalla stesura dei personaggi per poi passare alla delineazione della storia che si dirama in diverse sottotrame. Il suo romanzo non ha la pretesa di dare alcun insegnamento, solo spunti e riflessioni che il lettore può cogliere e fare suoi.
"Le azioni di scrivere e leggere consistono in un'esplorazione. Tramite loro l'essere umano esplora e si fa esplorare".
Quando ho iniziato a leggere questo romanzo immaginavo qualcosa di diverso. Il titolo mi portava alla mente una trama leggera, forse divertente.
Sono rimasta piacevolmente stupita quando pagina dopo pagina i miei occhi e la mia mente si riempivano di belle parole e profonde riflessioni.
Il racconto si apre con la protagonista, Fanny Grunt, che giunge davanti a un casolare di proprietà di un omone di nome Romolo con due grandi cani. Un luogo che porta subito la pace nel cuore della protagonista e dei lettori. Un momento che sa fin da subito di cambiamento.
"Fu un viaggio silenzioso e triste, che ci condusse a una nuova vita, senza mio padre, senza le mie amiche, senza i miei insegnanti e la mia casa.
La storia racchiude un punto di snodo, la morte del padre di Fanny. Inizialmente le viene detto che è morto improvvisamente a causa di un infarto, ma in realtà viene successivamente a scoprire che suo padre si è suicidato dopo che la voce del suo coinvolgimento in un giro di prostituzione si è diffusa.
Tempo dopo, grazie alla riapertura delle indagini la verità viene a galla: Martin Grunt è stato ucciso ed è stato simulato un suicidio da ignoti. Stava lavorando per smantellare un traffico internazionale di minorenni coinvolte nella prostituzione: suo padre era un eroe.
Un altro cardine della narrazione è il rapporto di Fanny con la madre. Da sempre conflittuale, soprattutto dalla scomparsa del padre che provoca in quella donna un senso di indolenza e condanna: una preda morsa dalla vita. Per la figlia poche parole e nessun conforto. Come se nulla fosse in grado di porre rimedio o di lenire accaduto.
Qui, immersa nel verde del casolare in campagna, Fanny trova il modo di dare di nuovo un senso alla sua vita, sino ad ora costellata di insoddisfazioni. Una nuova ottica prenderà piede nella sua mente, facendole vivere la vita in modo differente.
Un racconto magico, sospeso tra il dolore e la speranza che la felicità è dietro la porta. Franca ha intinto la sua penna nell'inchiostro della vita, nella gioia, nella sofferenza, nella perdita e nell'amore. Un romanzo che va oltre, come la nostra Fanny. Uno stile pulito cristallizzato da pensieri e profonde riflessioni sul senso della vita di ogni giorno.
Grazie, Franca, per questo bellissimo viaggio all'insegna del cambiamento e della speranza.
"L'uomo nasce puro nell'animo e nel corpo, il vivere lo contamina. L'animo è sempre più dolente e il corpo è divenuto obeso di avere. Tanto più avrà tanto più conoscerà i più bassi livelli dell'infelicità e dell'inquietudine, dell'egoismo, del malessere e di ogni male. Bestia infettiva ha contaminato l'intera umanità. L'essere é l'animo imprigionato nel corpo fatto ormai di solo avere.