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Fuori c'è qualcuno che osserva



Autore: Roberto Colombo

Immagini: Maicol Piccinini

Editore: auto-pubblicato

Lunghezza stampa: 116 pagine


Recensione


Prima di iniziare la recensione del libro, trovo adeguato introdurre l'autore, dato la sua ampia esperienza nel ramo artistico-culturale. Roberto è laureato in architettura e ha una formazione come danzatore e attore. Ha lavorato ad importanti produzioni teatrali come Amleto, Happy Days, Frankenstein Junior, Grease e in "Buonasera" con il celebre Gigi Proietti.

Ha coprodotto il singolo "Ali" componendo le parole e la musica. Dopo questo bagaglio culturale di esperienze mancava solo la ciliegina sulla torta: un romanzo.

Ed eccoci qui...


Oggi vorrei con te il sapore dell'inverno. Incontrarti per caso e fermarmi a guardarti mentre riempio il giorno; vorrei che mi capitassi mentre sono dentro le abitudini. Oggi vorrei averti di fianco per un attimo e descriverti il sapore dell'inverno, a te che ami in maniera assoluta, viscerale, e che non smetti di farmi cercare qual è il suo significato.

Il racconto si apre con una storia d'amore a tratti platonica tra un ragazzo e una ragazza, che si compie durante la preparazione di uno spettacolo teatrale. Non conto gli spezzoni che vorrei riportare qui, per farvi cogliere l'essenza di questo scritto; ogni parola usata dall'autore si incastra perfettamente con le altre creando una continua sinestesia. Un altro aspetto da analizzare è la minuzia dei dettagli con cui vengono descritte situazioni, oggetti, colori e persone senza mai perdersi in frasi prolisse e sconnesse. Il testo HA VITA: è questa l'impressione che ho avuto per tutto il tempo della lettura.

Era come essere sulle montagne russe: sali piano... sempre più piano... e poi vertiginosamente ti manca il fiato, chiudi il tuo corpo come quando la contrazione di una risata ti sovrasta; senti un vuoto incolmabile, lo stomaco diventa una noce e poi, lento... si placa il movimento. E ricominci a respirare. Era tutto completamente inutile. L’angoscia rimane sempre un punto di fuga che non scappa mai da te se non impari a comprenderla.

Il protagonista è Riccardo. Si sveglia una mattina dopo un sogno che lo scuote fortemente con una sensazione incontrollabile di dover cercare qualcosa. Dopo una giornata di lavoro trova un volantino incastrato nel tergicristallo della sua auto: è la locandina di uno spettacolo. Qualcosa in quel foglio bagnato e stropicciato gli risulta famigliare, gli riporta alla mente suo padre scomparso molti anni prima e lo strano sogno fatto durante la notte precedente.


La storia è scandita dai ricordi che balenano nella mente del protagonista in cui appare la figura del padre.


Poi l’incontro di Riccardo con una donna all’ospedale in fin di vita che sapeva tutto di lui, come se avesse vissuto osservando la sua vita da fuori.


Se dovessi riassumere la mia esperienza di lettura direi: onirica. Un romanzo introspettivo, pragmatico e al contempo surreale. Le riflessioni dei personaggi portano inevitabilmente a ragionare su aspetti quotidiani su cui di rado ci si sofferma. L'esperienza teatrale dell'autore traspira pagina dopo pagina, facendoci assaporare la lettura come fosse uno spettacolo.


Ho sempre scritto. Ho sempre cercato di raccontare cosa succedeva a me, intorno a me; a volte prendo solo appunti e non mi soffermo, altre volte mi confronto con essi e cerco delle giustificazioni; è un confronto su piani paralleli; il dualismo tra ciò che la mente pensa e ciò che accade veramente. L’intreccio di due realtà che non necessariamente vivono nello stesso luogo e tempo, ha un singolare “capoverso”. Due inizi. Due fini. Un motivo di incontro.







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