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Solo polvere



Autore: Dario Giardi

Editore: Robin Edizioni

Genere: thriller psicologico

Lunghezza stampa: 153 pagine


Recensione


Una telefonata con tre parole che gelano il sangue: "è stata uccisa".

Un ragazzo di nome Allen che si incammina alla ricerca dei suoi ricordi, avvolti nell'oblio nel nulla.


Il libro si apre con un omicidio avviluppato nel mistero. Il protagonista, Allen, racconta la sua storia passo dopo passo cercando di ricomporre i tasselli della sua memoria.


Sin da bambino è affetto da una grave malattia che gli impedisce il contatto epidermico con le altre persone, per questa ragione indossa sempre dei guanti.

La sua vita è la scrittura, sogna quotidianamente di poter diventare un importante sceneggiatore e dare così un senso agli sforzi compiuti sino ad oggi. Dopo aver collaborato con vari giornali locali e aver pubblicato un suo scritto per una piccola società cinematografica si rende conto di non essere soddisfatto: vuole di più.


La sua vita prende una svolta inaspettata quando viene a sapere che a Ladispoli è stato indetto un festival per la valorizzazione della storia cinematografica della città. Qui potrebbe entrare in contatto con esponenti internazionali del mondo del cinema e intraprendere il suo percorso come sceneggiatore.

Quando la sua candidatura viene accettata lascia la sua piccola isola scozzese e parte alla volta di questa nuova opportunità.


A fare da contorno ai suoi sogni vediamo il rapporto del protagonista con Daniela, la ragazza di cui è perdutamente innamorato.


Un racconto molto particolare caratterizzato da un'improvvisa svolta. All'inizio il lettore penserà di avere tra le mani un buon thriller, ma pochi istanti dopo si rende conto che il fulcro del racconto è il protagonista stesso con la sua fragilità psicologica. Una storia d'amore incondizionato e a tratti perverso, frutto dell'abile penna dell'autore che ha saputo conciliare le caratteristiche di un romanzo psicologico al mondo del thriller.

Ho apprezzato molto le illustrazioni presenti nel libro affiancate da citazioni di personaggi noti.


"Ho capito che scrivere per me è un po' come respirare. Mi aiuta ad esorcizzare molte paure, ad abbattere i confini sensoriali della mia malattia."



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